“…Se il personaggio principale della storia, il piccolo Paolino, fosse un ragazzo in carne ed ossa, lo chiederei ‘in prestito’ all’autrice, per fargli svolgere uno di quei temi scolastici che hanno reso famosi gli studenti di Arzano, sicuro che il suo svolgimento sarebbe frizzante e pieno di (involontario) humour come i loro…
Il bambino della D’Alessio è un bambino a ‘tre dimensioni’, nel senso che vien quasi fuori dal libro, si piazza davanti a noi e ci guarda impunito, quasi a volerci dire: ”Vedete bene che son vero, che sono uno di voi”.
Marcello D’Orta