Uscito sul Quotidiano del Sud - Edizione di Salerno il 28-09-2020
Pagina "Colloquiando"
P
iromania è l’ossessione per il fuoco, che si tramuta in un desiderio irrefrenabile di generare fiamme, dunque appiccare incendi. Ne parlo perché il paese dove sono nata abito e lavoro, Sarno, è ‘paese di frana’ e di nuovo vive, in questi giorni, momenti drammatici per via degli incendi appiccati d’estate.
Le motivazioni della piromania possono essere desiderio di vendetta, interesse economico, vandalismo per noia o divertimento ( in questo caso si è più spesso in gruppo), anti-politica, ma vero piromane è colui che agisce esclusivamente per piacere, perché il suo desiderio gli procura una tensione emotiva talmente forte che sfugge al suo controllo, ed egli trova appagamento solo quando ha concretizzato l’atto di incendiare. A questo punto, è pervaso da euforia e senso di onnipotenza, e sta bene. Ha procurato a se stesso ciò di cui ossessivamente aveva bisogno, ed era suo pensiero fisso, null’altro gli interessa. Il piromane infatti non tiene punto conto delle conseguenze dei suoi gesti, che possono causare la morte di esseri umani, animali, disastri ambientali, in casi non rari anche ustioni e morte per sé.
Non ci sono molti studi su questo disordine psico-comportamentale, e quelli che ci sono, sono stati effettuati per lo più negli Stati Uniti. Pochissime volte a causare un incendio è un bambino, più spesso un adolescente, di solito maschio.
Ciò che mi ha più colpito, studiando la piromania, è stato appurare che il piromane in genere non ha altre ossessioni, e ciò lo rende più difficilmente identificabile.
Secondo accreditate ipotesi psicosociali, egli comunica così al mondo le sue frustrazioni, le poche abilità sociali, la sua sessualità inappagata. Per questo, accendere un fuoco può rappresentare l’equivalente di un’esaltante performance sessuale.
Quanto ci sia in lui di disturbo mentale e quanto di disturbo sociale, è difficile a dirsi. Soprattutto nei piromani adolescenti, si sa che spesso coesistono disturbi dell’attenzione-apprendimento, crudeltà verso gli animali, comportamenti anti-sociali, uso di alcool ed altre sostanze tossiche. La loro vera ossessione però è e resta il desiderio sfrenato di veder nascere fiamme, solamente questa visione scioglie la loro profonda tensione. Solo allora subentra il voluto appagamento, che perdura anche a posteriori, durante le fasi in cui si lavora per spegnere l’incendio e se ne parla sui giornali e alla tv e l’autore ne gode.
Sempre statisticamente, pare che i piromani abbiano anche tentato, da bambini, di incendiare piccoli oggetti. I loro folli gesti, sono preceduti da innumerevoli minuziose prove, si preparano ‘bene’, ecco perché il più delle volte non vengono scoperti.
Agiscono più spesso soli che in gruppo. Gli schizofrenici, invece, sempre in gruppo. Il gruppo è fatto da voci interiori che ordinano.
Da ultimo: il piromane crea l’incendio, ma l’incendio ha creato il piromane, nel senso che attraverso l’emozione di vedere fiamme ardere, il soggetto ha capito di volere agire per trovare appagamento alla sua ossessione.
Se un piromane non avesse mai visto il fuoco, forse non avrebbe sviluppato la sua mania. Ma purtroppo gli incendi sono molto frequenti, ed è dunque facile che queste persone sviluppino e portino avanti la loro rappresentazione mentale.
Mi chiedo chi fermerà i piromani delle nostre zone, che hanno potuto godere negli ultimi anni di così belle immagini. Quelle dei mega-incendi di quest’estate, poi: centinaia di ettari in fumo, i nostri polmoni verdi trasformati in cenere...
Me li immagino lì con gli occhi scintillanti, mentre la loro eccitazione sale almeno quanto le nostre paure.
In sintesi, sono molto pericolosi, i piromani, da qui la necessità di identificarli, bloccarli.