I
l vento disegna sul mare farfalle bianche
che aprono e chiudono le ali
lasciando dietro di sé materne scie di latte…
Il fuso delle tue dita raccolte in grembo
lavora alacremente a strisce di carta
poste in un lucido vassoio d’argento
Ne fa riccioli plissettati
dalla geometria perfetta,
compito diligente per raccontare una storia
in codice segreto che conosci solo tu
Una storia di dolore lungo e solitario
di camere bianche d’ospedale
e vane preghiere
È una giornata senza nuvole,
una delle tante che non vedrai
Né vedrai gli ombrelloni,
che da qui sono tulipani colorati
o le barche rosse, che galleggiano
sull’acqua come fette di cocomero
Il tuo capo non si china
a controllare il lavoro svolto
Guarda avanti a sé
fissando i grandi occhi nel vuoto
La tua bocca di bimba pietrificata
non ha nemmeno un dente
e tu la usi come una statua di vecchio
Ti bacio i capelli e mi regali
il nitore del mio nome
La tua presenza riempie la stanza
in modo autorevole e grazioso
Il mondo è cieco ai tuoi occhi
e tu luminosa ai suoi
