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Lo stile è forbito, profondo, lacerante nel suo crudo realismo, capace di inglobare in ogni periodo un romanzo intero, e per di più con magnifiche cadenze poetiche come i ghirigori sui vetri (pag.55); la bambola nera (pag.81); l’aquilone (pag.82); “il raccoglimento nelle sere di sofferenza” (pag.146). Ma le perle più fulgide restano il ricordo del padre- (pag.167) che mentre arrotolava gli spaghetti ha impresso nella mente dell’autrice “il suo anulare con l’anello di pietra d’onice”- e della madre (pag.172) che implorava una proroga al Cielo: “Un attimo solo, ancora uno. Voglio stretta la mano”.